Esame: Psichiatria - Canale A - Recensione di Marco Agnello
Professori del corso: Maina, Bogetto, Bellino, Rocca, Albert - Professori d'esame:Rocca
Data esame: febbraio 2013
Tempo di studio: 2 settimane
Materiale di studio: è d'obbligo usare, per il canale A, il Bogetto, un libro di circa 170 pagine della Minerva (prezzo contenutissimo rispetto ad altri grossi libri), da sapere in pratica a memoria, dalla prima all'ultima pagina, senza saltare nulla. Inoltre, sarebbero da integrare con sbobine aggiornate alcune parti. Io ho aggiunto, al materiale del libro, le sbobine sulle emergenze psichiatriche (spiegate dalla prof.ssa Rocca), sul disturbo borderline di personalità (sul libro è un paragrafetto, ma a lezione abbiamo fatto ben due ADI che vertevano sul disturbo, quindi le ho integrate insieme a quanto scritto sul libro), la parte introduttiva sull'esame psichico diretto (che Maina a lezione ha fatto meglio e in modo un po' più preciso che non sul libro), la lezione sulla psicanalisi (l'unica tenuta da Bogetto, aggiunge qualcosa a quanto detto sul libro, in particolare sulle varie fasi orale, anale e genitale del bambino e sulle teorie di Freud), le lezioni sulla schizofrenia (che aggiungono molti particolari rispetto al libro, soprattutto per quanto riguarda i deficit cognitivi come marker fenotipico della schizofrenia. La lezione è stata tenuta dalla prof.ssa Rocca, e in parte si differenzia da quanto scritto sul libro. Come ha consigliato anche Michela nellla recensione qui sotto, conviene integrare la schizofrenia tra libro e lezione della Rocca), la lezione sulle psicoterapie (solo perchè alcune forme di psicoterapia, come la interpersonale, sono spiegate a lezione in modo un po' più approfondito). In sostanza, vi consiglierei di integrare in generale tutte le lezioni del libro con sbobine aggiornate. In realtà però sul libro non manca nulla, se non appunto le emergenze psichiatriche (i cui concetti fondamentali possono in realtà essere estrapolati qui e là da vari paragrafi del libro, ma non sono mai trattate in maniera sistematica). Quindi dipende dal tempo che avete, se è poco il libro è in generale più che sufficiente.
Opinione: l'esame non è semplice, richiede una buona capacità "narrativa" e di usare un linguaggio diverso dal solito. Di fatto, in due settimane, studiando con costanza tutto il giorno, lo si prepara molto bene. Se si sono seguite anche le lezioni, ancora meglio, le cose tendono a rimanere impresse. A questo proposito, vorrei caldamente consigliarvi di frequentare le lezioni (cosa che io non ho fatto, ahimè), perchè dicono che Maina sia meraviglioso, e soprattutto i professori cominciano ad essere piuttosto irritabili all'idea che nessuno le frequenti. Tant'è che sono quasi sicuro che dal prossimo anno prenderanno dei provvedimenti (del tipo, prendere la firma di frequenza). Anche perchè al nostro appello, a tutti quelli che si siedevano di fronte a Maina, lui chiedeva: "Lei ha seguito le lezioni?". Alla risposta "sì", Maina furbamente continuava "E che lezioni ho spiegato io?". Queste domande non venivano solo poste da Maina, ma anche dagli altri professori. Quindi vi dò dei consigli: primo, imparate a riconsocere i professori, e per lo meno informatevi sulle lezioni che hanno fatto, in modo da rispondere in maniera corretta (per quanto riguarda le lezioni del 2012, vi dico - da quel che ho imparato a memoria durante l'appello prima che mi chiamassero - che Maina ha spiegato i disturbi dell'umore, i disturbi alimentari, la lezione sulla legge 180; Albert ha spiegato i disturbi d'ansia e le psicoterapie; la Rocca ha spiegato la schizofrenia e le emergenze psichiatriche; Bogetto ha fatto la lezione sulla psicanalisi; Bellino le isterie). Oppure, cosa che probabilmente avrei fatto io, dite la verità se non avete seguito tutte le lezioni, sperando che questo non comporti una eccessiva indisposizione da parte dei professori. Secondo elemento a sfavore degli studenti, è che i professori già dal nostro appello non volevano interrogare chi non aveva la firma di frequenza. Essendo che nessuno di noi l'aveva perchè anche all'ultima lezione non l'hanno data, hanno chiuso un occhio. Ma non dubito che dalla prossima volta possano chiederla, quindi, come hanno consigliato gli stessi professori, passate dalla segreteria di psichiatria e fatevela mettere, o in ogni caso presentatevi alla lezione in cui la metteranno. Quindi, se avete avuto l'accortezza di frequentare le lezioni, e di procuravi la firma di frequenza, siete quasi a cavallo. Maina si ricorda le facce di chi ha seguito le lezioni, e tende (giustamente) ad avvantaggiare queste persone, per esempio con un "mi parli di qualcosa che l'ha colpita della psichiatria". Io sono passato dalla Rocca, che mi è parsa molto precisa ma disponibile. Mi ha chiesto i disturbi bipolari (con dati di incidenza, di frequenza tra uomini e donne), lo stato maniacale con corrispettiva terapia, i sintomi dell'ipomania, il disturbo d'ansia sociale, la terapia delle emergenze psichiatriche. Ha sondato in modo abbastanza ampio la preparazione, ma questo è a mio parere apprezzabile da parte di un professore. il consiglio che mi sento di darvi, e che vi daranno tutti, è: STUDIATEVI I FARMACI! TUTTI I FARMACI, TUTTI I DOSAGGI! Nel libro c'è un capitolo apposta, vi consiglio di partire da quello e di guardarvelo di nuovo ogni volta che incontrate una terapia nelle varie patologie. Ci sono molte tabelle con tutti i farmaci, i loro dosaggi, il range plasmatico, le dosi giornaliere. Per ogni malattie, dovete sapere bene che tipo di terapia impostare, con i nomi dei farmaci e anche i dosaggi appropriati (per esempio, per il disturbo di panico non vi basta dire SSRI, ma fluoxetina, paroxetina, escitalopram, citalopram, sertralina con rispettivi BASSI dosaggi; mentre per il DOC dovrete citare gli stessi farmaci con gli ALTI dosaggi). In generale, ci saranno una 30ina di farmaci da imparare, poco più. Ma fateli bene, dai meccanismi d'azione, ai dosaggi, agli effetti collaterali, ai sintomi da intossicazione. In ogni interrogazione potete stare tranquilli che vi chiederanno almeno un farmaco con il suo dosaggio, e spesso alcune domande sono proprio "mi parli dell'aripiprazolo". Gli unici farmaci che non ho trovato sul libro coi rispettivi dosaggi, e che sono stati spiegati a lezione, sono quelli delle emergenze psichiatriche (vi basti ricordare che in emergenza, in caso di agitazione psicomotoria o comportamenti violenti, si usano delorazepam 5 mg intramuscolo e aloperidolo 2 mg intramuscolo). Quindi, mi raccomando, farmaci, farmaci, farmaci. Ho visto gente essere bocciata o dover rifiiutare il voto perchè non conoscvea i dosaggi (o voti più bassi del dovuto perchè si ricordavano i dosaggi giornalieri ma non il range plasmatico che si deve raggiungere con tali dosaggi!).
In sostanza, se non avrete l'angoscia di non aver frequentato le lezioni e di trovarvi potenzialmente in una situazione in cui vi metteranno alla prova, se avete la firma di frequenza e se siete diventati dei piccoli farmacologi psichiatrici, l'esame è facile. Le domande sono generiche (il disturbo di panico, la demenza, il trattamento dell'intossicazione da benzodiazepine, dell'overdose, i disturbi d'ansia ecc.) e i professori ascoltano, lasciando parlare molto. Sono anche di manica larga con i voti, i 30 fioccano.
L'esame è bello, curioso, tratta di qualcosa che non avete mai visto e che mai più rivedrete, a meno che la vostra scelta non ricada su psichiatria. Vi consiglio, come hanno fatto anche i professori, di guardarvi "A Dangerous Method" su Jung e lo sceneggiato RAI "C'era una volta la città dei matti" che racconta la lotta di Basaglia. Vi daranno un quadro molto bello della psichiatria, che difficilmente risulta poco interessante o noiosa. A voi.