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Medicina Interna - Canale A

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Recensione di MEDICINA INTERNA - Canale A - (Senza gli esoneri) di Sara De Venere.

Esame sostenuto a giugno 2015.

Professori del corso: io l'ho sostenuto con i prof. Cavallo Perin-Durazzo,ma il compito è lo stesso della commissione Frairia-Gruden. L'esame per chi ha seguito con i prof.Veglio o Porta è invece diverso.

Premessa: questa recensione è pensata in modo particolare per chi,come è stato per me, si trova a dover dare Medicina Interna senza aver dato tutte le cliniche , per non perdere gli esoneri in scadenza a febbraio del prossimo anno. Nella fattispecie io ho sostenuto l'esame avendo dato cardio-pneumo, ap di endo-nefro-uro e avendo studiato gastro-infettive e non sapendo niente quindi della clinica di enu, di emato e neuro. Ovviamente questa mia situazione ha influito molto sulla preparazione dell'esame e sui tempi, quindi tenetene conto mentre leggete la recensione. Chi invece è messo più o meno come me placherà un po' l'ansia, perchè vi dico subito che l'esame può andare bene anche senza le fantomatiche cliniche.

Materiale di studio: essenzialmente si tratta di un libro + sbobine dell'anno in corso del vostro professore e di quello con cui è "accoppiato" all'esame (quindi Cavallo Perin-Frairia e Veglio-Porta) + casi di Copyservice. Analizziamo nel dettaglio:

Libro: seguendo il consiglio di (San) Marco Agnello, ho acquistato il mini Harrison, con il quale mi sono trovata molto bene e che penso verrà con me anche all'altare come reggifedi.

Questo volume è un tometto, più lungo rispetto ad esempio all'Oxford, ma per me è stato perfetto, dato che non avendo dato le cliniche necessitavo di un po' di spiegazione in più.In aggiunta ha una fantastica parte in cui viene spiegato l'approccio a molti sintomi comuni (ittero, ascite, anemia, dolore toracico..), utilissima se dovete dare l'esame con Cavallo Perin-Frairia. Infatti i compiti delle due commissioni sono un po' diversi: i casi di Veglio-Porta assomigliano di più a quelli del plico di Copyservice, quelli di Cavallo Perin- Frairia possono richiedere una diagnosi oppure un approccio (es. paziente con anasarca: cause più probabili, iter diagnostico,..) o ancora un cambio di terapia (es.paziente diabetico in trattamento con metformina con insufficienza renale).Quindi molto utile avere in mente cosa fare davanti ai sintomi più comuni.

Sbobine: quest'anno il corso è stato fatto da Cavallo Perin per un canale e da Frairia per l'altro. Io ho preso solo le sbobine di Cavallo Perin, poichè credevo avesse fatto il corso in entrambi i canali e mi sono fatta rifilare anche quelle di Veglio..inutili, come detto prima prendete quelle dei vostri prof più quelle di quelli "accoppiati".

Plico dei casi: sono circa 290 casi, la gran parte dei quali risolti. Come detto prima, questi casi sono più simili allo stile di Veglio, ma sono comunque utili come esercizio, ripasso o per scoprire lacune che non immaginavamo...vi aiutano anche a capire cosa vogliono i professori. Vi faccio un esempio per farvi capire:quando abbiamo studiato il Crohn a gastro ci hanno insegnato che possiamo fare tutta una sfilza di indagini, ma in questo esame tendenzialmente i prof vogliono leggere semplicemente "pancolonscopia con ileoscopia retrograda".

Come organizzare il lavoro?Nella mia situazione studiare prima i capitoli del mini Harrison consigliati nelle recensioni, poi quelli inerenti tutti gli argomenti a me sconosciuti più le sbobine e i casi..bè, non avrei mai finito.Ho optato quindi per questa linea: ho letto e studiato le sbobine, approfondendo sul libro gli argomenti che nei casi non erano sufficientemente spiegati e ho usato lo stesso approccio per i casi clinici.Contemporaneamente ho guardato sul mini Harrison i capitoli sui quali mi sentivo più impreparata. Con il senno di poi vi direi che se dovete dare l'esame con Cavallo Perin o Frairia potreste anche solo fare le sbobine dei corsi, approfondire gli argomenti sul libro e lasciare perdere i casi del plico. Da sapere benissimo diabete e sindrome metabolica, ci sono praticamente sempre nei loro esami.

Vi consiglio anche di farvi uno schema con i valori più comuni (ematochimici, sodio, potassio,..) da imparare a memoria.

Tempo di studio: se come me , vi mancano delle cliniche e avete buchi enormi, per fare tutto ci vogliono un paio di mesi (se fate anche i 290 casi,se li tralasciate un mese e mezzo) Se avete dato le cliniche direi un mesetto.

Domande d'esame: premetto che la correzione del compito è stata molto sommaria e che una volta chiamati ci è stato detto solo il voto e se il compito fosse andato più o meno bene. Di conseguenza vi riporto come ho svolto io i casi, aggiungendo quel poco detto dai prof durante la correzione.

Primo caso: uomo in stato confusionale, con ascite, transaminasi alteratissime..insomma si capiva chiaramente che si trattava di un cirrotico con encefalopatia epatica (e questa era la prima domanda). Veniva poi chiesta la terapia (lattulosio + antibiotici non assorbibili, paracentesi per l'ascite con esami del liquido,vit K se ha coagulopatia), i fattori scatenanti (ipertensione portale, iperammoniemia e la TIPS se l'avesse fatta), infine i rischi di una terapia inappropriata (coma epatico).

Secondo caso: uomo con dolori addominali, esami a posto ed una fracanda di esami strumentali tutti negativi. Le uniche alterazioni erano il sodio basso con il potassio alto..era un morbo di Addison (chiedeva gli esami da fare) . Moltissimi di noi non l'hanno riconosciuto.

Terzo caso: diabetico in terapia con metformina con creatinina elevata. Veniva chiesto se fosse necessario modificare la terapia (sì perchè in caso di insufficienza renale la metformina è controindicata, quindi la sostituisco con l'insulina).

Quarto caso: paziente con anasarca, chiedevano le cause più probabili e gli esami in ordine di importanza. Questo è il tipico esempio di casi di cui vi parlavo prima che trovate nei compiti di Cavallo Perin- Frairia: un sintomo, le cause, cosa faccio...del tipo apriamo il vaso di Pandora. Personalmante ho indicato come cause l'ipoalbuminemia da insufficienza epatica, renale, lo scompenso ed alcuni tumori. Come ordine di importanza ho messo prima gli esami per lo scompenso (ecg,ecocardiogramma +doppler, NT-pro-BNP,..),poi quelli per l'insufficienza renale (creatinina,azotemia, GFR,albumina, albuminuria,elettroliti,esame urine con sedimento,..), poi quelli per l'insufficienza epatica (ALT,AST,albumina,coagulazione..) e infine esami secondo i sintomi per i tumori (TC,ecografia,..).

Quinto caso: signore con riscontro di iperglicemia a digiuno, sovrappeso, HDL basse, trigliceridi alti e ipertensione. Le richieste erano la diagnosi (sindrome metabolica) e la terapia (attività fisica, dieta, restrizione di sodio, metformina+ eventualmente pramlintide se diabetico dopo ripetizione degli esami, ACE-inibitori per l'ipertensione, statina per il quadro lipidico).

Sesto caso: giovane donna che a sei mesi dal parto accusa forte astenia per piccoli sforzi. Questo è l'esempio di quanto sia importante fare le sbobine con i casi fatti a lezione. La diagnosi era cardiomiopatia peripartum (veniva accettata anche la dilatativa, dato che la peripartum è una dilatativa)..se non l'avessi vista sulle sbobine, non so se l'avrei riconosciuta così facilmente. Era chiesto l'iter diagnostico (ecg,ecocardigramma + doppler) e la terapia ( beta bloccanti, diuretici, ACE inibitori).

Settimo caso: paziente di 90 anni in PS con riscontro di fibrillazione atriale. La signora in questione ha una badante per alcune ore al giorno.Veniva chiesto di discutere sull'eventualità della cardioversione elettrica o farmacologica. Vi devo dire che per me questo caso non era proprio spiegato benissimo, perchè non capivo se la FA fosse insorta in PS o meno e la domanda mi pareva molto incentrata sulla cardioversione in sè in una paziente così anziana e non sempre assistita. Personalmente ho optato per evitarla, scegliendo una terapia con beta bloccanti per controllare la fibrillazione. La risposta migliore era invece di evitare la cardioversione elettrica perchè non sappiamo quando è insorta la FA ed evitare anche quella farmacologica perchè la paziente dovrebbe essere scoagulata con il coumadin e ciò risulterebbe troppo rischioso data l'età e la mancata assistenza continua. Mi rendo conto che così sembri una cavolata, ma il testo non era così chiaro...

Ottavo caso: paziente oncologico che ad un paio di mesi dalla chemio ha diarrea. Si chiedeva la diagnosi (enterocolite infettiva, probabilmente virale), la diagnosi differenziale (onestamente non sapevo cosa scrivere, ho optato per gli effetti collaterali da chemio, anche se sono passati due mesi) e gli esami da fare (essenzialmente la coprocoltura con il parassitologico, poi potete aggiungere emocromo,elettroliti,urine,eco addome,..)

L'esame dura due ore, quindi avete un quarto d'ora a caso. Vi basta, anzi quando non sai cosa scrivere avanza pure...nelle risposte argomentate il più possibile, anche una risposta diversa da quelle date dagli altri può essere comunque accettata se validamente sostenuta. Ovviamente più scrivete più rischiate di sbagliare, quindi ponderate attentamente..in ogni caso non preoccupatevi se rispondete in tre righe, conta quello che scrivete più di quanto scrivete.

Opinione finale: l'esame è molto bello ed interessante da preparare, anche perchè è meno pesante rispetto a quelli in cui sai che devi mettere a memoria un tot di pagine al giorno. I casi sono un po' come degli enigmi da risolvere...all'inizio siete un po' sconfortati quando non azzeccate la diagnosi, ma andando avanti migliorerete! Per le propedeuticità degli altri esami non posso aiutarvi molto, quello che posso dirvi è che per me è stato molto importante aver dato farmacologia, in modo da non dovermi appiccicare in testa terapie che sarebbero state senza senso. Primo consiglio che vi do: fidatevi del vostro istinto!Che voi siate all'ultimo esame o no, che abbiate dato le cliniche o no, sono almeno sei anni che studiate medicina e avete anche frequentato reparti, il sospetto diagnostico è più potente in voi della Forza in Luke Skywalker, quindi usatelo.Secondo consiglio: provatelo. I prof non tengono conto delle tre volte, di quante vi ritirate o siete bocciati. L'unica cosa che vi raccomando è di non consegnare se sapete già di aver fatto un disastro totale, perchè in caso di insufficienza grave vi impongono il salto d'appello. Personalmente io sono andata a provarlo al primo appello, pensando di darlo poi al secondo, avendo fatto le sbobine, approfondito sul libro gli argomenti incontrati e avendo risolto una settantina di casi e mi è andata bene, e come a me a molti altri. Riguardo al discorso esoneri i prof hanno degli elenchi con i voti, mi raccomando controllateli quando vi chiamano, il mio voto di oncologia era più basso di due punti. Il voto finale viene conteggiato partendo dal voto di Interna spostandosi un po' in alto o in basso secondo la media dei voti degli altri esoneri..ricordatelo, perchè uno può rifiutare un voto medio di interna, non rendendosi conto che, con i voti degli esoneri che ha, un 30 non gli cambierebbe niente (nel mio caso ad esempio prendere 25 o 30 di interna non mi avrebbe cambiato sostanzialmente nulla dati i voti degli esoneri). Vi sconsiglio invece di dare l'esame con un prof diverso dal vostro, ho visto nostri compagni chiedere conferma riguardo a con chi dovessero dare l'esame e i prof controllare su degli elenchi...inutile rischiare.

Quindi ragazzi miei state tranquilli, prima di cominciare a studiare vi sembrerà impossibile passare un esame che verte praticamente su tutto lo scibile della medicina, ma poi ..puff, come per magia, supererete anche questo, con molto meno sforzo degli altri.

Mi raccomando, stavolta più che studiare bisogna pensare (incredibilmente, dopo sei anni!).

Spero di esservi stata utile e..che la Forza sia con voi!

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Esame di: MEDICINA INTERNA – Canale A - Recensione di: Giulia Costagliola

Anno in cui si è sostenuto l'esame:2015 (primo appello di febbraio)

Professori del corso e professori con cui si è sostenuto l'esame: Frairia, Gruden

Materiale di studio utilizzato: seguendo fedelmente i consigli di Marco Agnello, ho usato appunti/sbobine e slides delle lezioni, ripasso degli argomenti non svolti a lezione sul Mini Harrison ( ma va bene qualsiasi testo di medicina interna). E' fondamentale procurarsi i casi svolti gli anni passati perchè al nostro appello alcuni casi si ripetevano.

Tempo di studio: 20-25 giorni, ma il tempo necessario può essere estremamente variabile; dipende fondamentalmente dalla conoscenza delle cliniche e dalla velocità di risoluzione dei casi già svolti (nel plico delle pazze sono circa 210). Consiglierei solo di evitare di concentrarsi troppo sulla teoria, ma di esercitarsi nel ragionamento ( e di cercare captare il modo di ragionare del professore che vi correggerà il compito).

Domande d'esame: i casi vertevano su: Versamento ascitico in paziente alcoolista (diagnosi, esami, terapia), Polmonite lobare con versamento pleurico (diagnosi, esame, terapia), cause di arresto cardiaco in paziente con chetoacidosi diabetica (era presentato il caso di una ragazza trattata con ipotonica e insulina a palla; prima dell'arresto le avevano fatto un  EGA con potassio bassissimo, bicarbonati alti, sodio e glicemia troppo abbassati). Cirrosi biliare primitiva (cause, diagnosi, terapia: ricordatevi di aggiungere il trapianto epatico se volete raggiungere la lode), endocardite batterica da S.aureus meticillino sensibile (occhio alla terapia!), insufficienza renale acuta con necrosi tubulare acuta ischemica (caso di paziente con vomito e diarrea che aveva preso FANS), sincope cardiogena da fibrillazione atriale (anche se  non era rilevato dall'ECG, lo si capiva dalla clinica: "sensazione di palpitazioni, sfarfallio,...") cedimento vertebrale in paziente con sospetta celiachia.

Opinione finale: è un esame interessante ed utile; i professori (soprattutto la prof.sa Gruden) cercano di coinvolgere il piu' possibile gli studenti durante le lezioni, dove vengono fornite molte piu' informazioni di quelle che poi verranno effettivamente richieste all'esame (dove fondamentalmente viene richiesto di saper formulare una diagnosi sensata, ma se ci sono errori nella terapia o negli esami da richiedere nessuno si scandalizza piu' di tanto, a meno che questi errori non siano proprio madornali! Ad esempio nel mio appello  nessuno ha scritto la terapia corretta per S.Aureus, ma nessuno è stato penalizzato piu' di tanto per questo...). La vera difficoltà dell'esame è il tempo (2 ore scarse per chi non deve fare gli esoneri, cui viene concesso solo un quarto d'ora in piu') e la capacità di leggere nel pensiero del prof. Che corregge il compito, (che è lo stesso che svolge il corso).  E' piu' importante cercare di trovare la singola causa che spiega tutta la sintomatologia del paziente che scrivere mille diagnosi differenziali (per quanto riguarda Gruden e Frairia, per Cavallo Perin pare che sia il contrario). Nel voto finale purtroppo hanno un ruolo rilevante gli esoneri, contrariamente a quanto detto in precedenza per la commissione Veglio-Porta-Pagliardi; quindi se puntate al massimo dei voti dovreste cercare di avere almeno una media di 27-28 degli esoneri e prendere il massimo dello scritto di interna. State attenti a geriatria, perchè nella valutazione finale ha un peso pari o poco inferiore ad oncologia.

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Esame di Medicina Interna - Recensione diMarco Agnello

Professori: Rolla, Veglio (Canale A) – Pagliardi, Porta (Canale B)

Il canale A e il canale B sostengono un esame comune, lo stesso giorno e la stessa ora nello stesso posto. Il compito è dunque uguale per tutti, ma non è ben chiaro chi dei professori, tra canale A e canale B, scriva direttamente le domande del compito. Considerando che a lezione i corsi per il canale A e il canale B sono divisi, può succedere che uno dei due canali svolga argomenti non svolti dall’altro canale, e si ritrovi domande nel compito da far strabuzzare gli occhi. Urge dunque scambio reciproco di opinioni tra canale A e B per confrontare gli argomenti trattati a lezione.

Data esame: febbraio 2014

Modalità d’esame: come ben sapete, l’esame di medicina interna si articola in diversi esoneri-sottoesami, che sono ONCOLOGIA, GERIATRIA, GENETICA e MEDICINA INTERNA (scritto). Rimando alle singole recensioni per gli esoneri. L’esame scritto di medicina interna consiste nella risoluzione di 8 casi clinici, con risposte brevi di 8-10 righe (ci sono due casi clinici per foglio, mezza paginetta per caso clinico dunque). Il tempo concesso è di 2 ore. ATTENZIONE! Premesso che il tempo di due ore per la risoluzione degli 8 casi clinici è appena sufficiente per risolverli in modo adeguato, lasciando a ben pochi il tempo di rileggerli, e considerando che avete circa 2-3 minuti di tempo massimo per realizzare quale patologia affligge il nostro malato, sappiate che chiunque decida di dare uno o più esoneri insieme allo scritto di interna, NON avrà del tempo in più! Quindi i poveri cristi che dovevano dare l’esonero di oncologia, o di geriatria, o di genetica, si sono trovati a dover fare due compiti nello stesso tempo, senza nessuna agevolazione. Considerate che, se decidete di dare l’esonero di geriatria insieme allo scritto di interna, non ci sarà più un test a crocette, ma ben 3 casi clinici in più, che trattano di pazienti geriatrici, e che richiedono una soluzione simile a quella che si dà per i casi clinici di interna. Dunque, il mio consiglio spassionato è quello di dare tutti gli esoneri prima di interna, sfruttando al meglio gli appelli disponibili e le date poste subito dopo la fine delle lezioni. Considerate che di geriatria c’è solo una possibilità di dare lo scritto a crocette, di solito alla fine del corso, a inizio gennaio. Se perdete questa possibilità, vi trovare a dare geriatria con le modalità sopra descritte. Allo stesso tempo, consiglio di non dare troppo peso ai voti degli esoneri (ovvero, non rifiutate un 26 di oncologia, “perché poi fa media con interna”), essendo che la modalità con cui viene calcolato il peso degli esoneri è estremamente dubbia! Dopo lo scritto, ci sarà un secondo incontro con i professori di interna, a distanza di 3-4 giorni dallo scritto, in cui avviene la correzione del compito. Tranquilli, sebbene venga chiamato esame “orale”, in realtà non è altro che la velocissima correzione del compito: vi sedete due minuti, vi fanno notare gli errori che avete fatto, e vi danno il voto finale. Per i più ansiosi, il massimo che potete fare nei 3 giorni di attesa per placare le vostre angosce è ripassarvi gli argomenti relativi alle domande dei casi clinici, ma sappiate che non vi verrà fatta nessuna domanda di nessun genere, e i voti sono praticamente già decisi, indipendentemente da quello che direte o da come argomenterete i vostri errori o le vostre scelte. Ciò non toglie che, se un presunto “errore” è stato fatto da molti studenti, sia possibile far ragionare il professore su ciò che abbiamo scritto, e attenuare un po’ il suo giudizio su una certa domanda. Per esempio, al nostro appello il prof. Veglio considerava errore e penalizzava chi aveva individuato l’angina di nuova insorgenza di una signora come “instabile”, per il semplice fatto che, essendo di nuova insorgenza, ci hanno insegnato che si dovesse chiamare instabile, nonostante di fatto si comportasse poi in tutto e per tutto come un’angina stabile. Facendo poi capire al professore che il nostro errore nel definirla “instabile” derivava solo da una questione di “definizione”, sembra che alla fine abbia attenuato il suo giudizio su questo specifico caso clinico.
In ogni caso, il voto di medicina interna NON è una media ponderata tra esoneri e scritto, né il voto di medicina interna dipende solo ed esclusivamente dallo scritto. Diciamo che gli esoneri stanno su un piatto della bilancia, lo scritto di interna sull’altro, e la bilancia pende un po’ verso lo scritto, con la possibilità di dare più o meno peso agli esoneri, in base allo studente che si ha di fronte. Di fatto, e mi spiace ammetterlo, la correzione del compito è sembrata più una modalità per aumentare la discrezionalità del voto finale che altro. Si sa che, in uno scritto a domande aperte, il giudizio può essere fortemente variabile. Aggiungete il fatto che gli scritti vengono in parte corretti da un professore, in parte dall’altro, e quindi inevitabilmente i “parametri” di valutazione diventano soggettivi; aggiungete che la considerazione degli esoneri è variabile, e che la media, ponderata o aritmetica che sia, viene fatta “a naso” e non con una calcolatrice. Quindi, la verità è che il voto dell’esame di medicina interna non si può prevedere, né in bene né in male. Persone molto preparate possono rimanere fregate, e persone che lo provano a caso possono prendere voti altissimi. Persone con voti di esoneri un po’ più bassi possono giocarsela meglio allo scritto e sperare che nella correzione finale il voto dell’esonero venga considerato meno, e persone con esoneri molto alti che fanno male lo scritto possono veder crollare il loro risultato. Banalmente, quello che dovreste fare sarebbe prendere il massimo voto possibile degli esoneri, e fare al meglio del meglio lo scritto, e aggiungere quel pizzico di culo necessario perché gli astri si allineino proprio quando tocca a voi.  

Materiale di studio: dunque, il materiale di studio di medicina interna è molto confusionario, difficile da reperire, fonte di angoscia e di dispersione. Perderete almeno una settimana a capire come e dove studiare interna, e, di questi tempi, una settimana fa la differenza. Spero dunque con queste dritte di darvi una mano per accorciare i vostri tempi. Il materiale di studio ottimale, a mio modesto parere, consiste nelle sbobine dell’anno in corso + Manuale dell’Harrison, 18° edizione, da poco uscito in italiano, tra l’altro. Molti studenti hanno studiato solo sulle sbobine dell’anno in corso, ma ci sono due problemi nell’usare solo le sbobine: primo, molti casi clinici che vi trovate nel compito riguardano malattie che non sono state trattate a lezione, o che magari sono state trattate nell’altro canale e che quindi vi siete persi; secondo, è assurdo studiarsi la teoria che vi serve per risolvere i casi clinici, partendo da un caso clinico e seguendo il discorso logico del professore. Per quanto di fatto sia quello che dovrete fare durante l’esame, è impossibile studiarsi un argomento trattato a lezione, partendo dal caso clinico, come è stato fatto a lezione. Un po’ perché l’argomento non viene affrontato in modo sistematico, un po’ perché chiaramente alcune sbobine sono fatte peggio di altre. Dunque, serve anche un libro. Ora arrivo al mio punto forte: molti hanno optato per il WASHINGTON, o l’OXFORD. Bene. Male. Pace. I pochi che hanno optato per l’HARRISON non soltanto si sono trovati un libro esteticamente più bello e più colorato dei primi due obbrobri; l’Harrison è anche pieno di schemi, flowchart e iter diagnostici che sono fondamentali per aiutare in modo schematico a capire quali esami fare e quando farli. Aggiungeteci che l’impostazione delle lezioni, l’approccio diagnostico e terapeutico di cui hanno parlato i professori seguono alla lettera quanto scritto sull’Harrison, molto più che sull’Oxford o il Washington, i quali sono incentrati moltissimo sulla terapia, e si perdono su una serie di informazioni di dosaggi, di associazioni, di effetti e utilizzi che esulano completamente dalla preparazione per l’esame di interna, assumendo più un ruolo in chiave specialistica. L’Harrison non solo è più bello, più profumato, più colorato. Ma costa anche meno (69 euro) rispetto agli altri due (chiaramente, parlo delle versioni italiane), ha delle tabelle utilissime, ha un capitolo finale che riassume tutti i principali valori di laboratorio con i parametri standard (e vi servirà farvi un bello schema basandovi su questi valori), segue in modo molto preciso le lezioni dei professori. Allo stesso tempo, è schematico, essenziale, non si perde in digressioni inutili e vi fa risparmiare molto tempo. Inutile dire che è impossibile preparare interna basandosi sull’Harrison versione integrale: troppo dispersivo, troppo lungo, troppo poco schematico, troppo. Ve lo dice uno che ha l’Harrison integrale, e che si è comprato il manuale dell’Harrison, ovvero uno che ha fatto la grossa spesa ai tempi, e che ha fatto questa seconda spesa. Ma credete allo zio Marco, è un ottimo investimento. Credo che il mio manuale dell’Harrison resterà lì con me durante le sostituzioni da medico di base, durante i rapidi consulti di cui avrò bisogno nella mia vita. Sarà un fedele compagno, è comodamente pocket, potrebbe stare sotto il cuscino mentre dormite la notte. Per quanto riguarda la modalità di studio, l’ideale sarebbe che riusciste a farvi tutti i principali argomenti su cui solitamente vertono i casi clinici, integrando la parte teorica dell’Harrison con quella delle sbobine. per dedicare poi un’ultima settimana a risolvere con calma tutti i casi clinici, ovvero: i casi clinici svolti a lezione, rileggendoli rapidamente dalle vostre sbobine; i casi clinici che trovate in un plico piuttosto corposo da Copy Service, in cui sono raccolti circa 290 casi clinici da compiti precedenti (tranquilli, molti si ripetono o sono simili tra loro). Dando un’occhiata ai casi clinici, e in generale all’esame, vi accorgerete presto che gli argomenti da studiare non sono poi così tanti, e che in una decina di giorni si riescono a fare bene dal punto di vista teorica. Premesso che le sbobine rimangono, come sempre, il materiale di riferimento per studiarsi gli argomenti, vi scrivo qui di seguito i capitolo dell’Harrison che sono da fare e che per lo meno garantiscono una buona copertura di tutti i casi clinici che ho visto. A questi argomenti, da integrare con quanto detto a lezione, si dovrebbero aggiungere tutti i nuovi argomenti che vengono svolti a lezione e che non si trovano sul libro o che esulano dal programma standard.

Dall’Harrison, manuale di medicina, 18° edizione
- Capitolo 2
- Capitolo 11
- Capitolo 12
- Capitolo 13
- Capitolo 14
- Capitolo 15
- Capitolo 24
- Capitolo 25
- Capitolo 28
- Capitolo 34
- Capitolo 37
- Capitolo 39
- Capitolo 40
- Capitolo 41
- Capitolo 42
- Capitolo 43
- Capitolo 44
- Capitolo 45
- Capitolo 46
- Capitolo 47
- Capitolo 48
- Capitolo 49
- Capitolo 51
- Capitolo 52
- Capitolo 53
- Capitolo 54
- Capitolo 55
- Capitolo 56
- Capitolo 67
- Capitolo 68
- Capitolo 69
- Capitolo 70
- Capitolo 89
- Capitolo 91
- Capitolo 109
- Capitoli dal 122 al 136. Per il capitolo sull’ipertensione, consiglio di fare riferimento alle nuove linee guida 2013, molto apprezzate da Veglio. Personalmente, ho fatto uno schema sul trattamento dell’ipertensione guardando le loquaci tabelle delle linee guida, fatte molto bene, senza leggere nemmeno una parola delle linee guida. Bastano e avanzano.
- Capitoli dal 138 al 144
- Capitoli dal 147 al 149
- Capitoli dal 152 al 157
- Capitoli dal 158 al 166
- Capitolo 169
- Capitolo 170
- Capitolo 175
- Capitolo 177 e 178
- Capitoli dal 179 al 184
- Capitolo 187
- Capitolo 189 e 190

Sembrano tantissimi, ma considerate che ogni capitolo è composto da 1-2 pagine.

Tempo di studio: 3 settimane piene, almeno 10-14 giorni per la parte teorica, una settimana per fare con calma, magari tutti insieme, i casi clinici. Considerate che quasi tutti gli argomenti che vedrete nel vostro studio sono già stati trattati altrove. Utilissimo, se non fondamentale, aver dato bene le altre cliniche, in particolare endonefrouro, cardio-pneumo, gastro. Molto utile anche dare medicina interna freschi di pediatria (che in pratica è medicina interna + qualche roba tipica dei bambini) e chirurgia (utilissima per la parte di gastroenterologia di medicina interna).

Domande d’esame: i nostri 8 casi clinici erano relativi a:
 Caso di donna di 60 anni che ha un dolore al petto mentre sale le scale per sistemare le tende, poi sta bene, dopo una settimana va dal medico di base che le suggerisce di andare in ps: è il caso di angina stabile di cui vi parlavo.
 Caso di TEP in paziente con tutore alla gamba per una slogatura alla caviglia, sintomi e quadro tipico, facile da individuare.
 Caso di endocardite, era un lavoratore che aveva un soffio olosistolico, febbre da qualche tempo e chiazze rossa sulle dite (lesioni di Janeway); era una endocardite, un po’ atipica da riconoscere, ma difficilmente poteva essere altro a causa della febbre e del soffio accentuato.
 Caso di maschio con febbre da un mese, dolore al fianco destro e alla schiena, no malattie ossee rilevate all’RX, colture urinarie positive per batteri, parziale risposta alla terapia antibiotica. Era un caso complesso, quasi tutti lo hanno considerato una tubercolosi renale (pielonefrite cronica) con interessamento osseo (morbo di Pott). In realtà a quanto pare dovevano considerarla una spondilodiscite infettiva (coinvolgimento di vertebre dorsali e dischi) probabilmente su base tubercolare, mettendo però in diagnosi differenziale anche le spondilodisciti da brucellosi e infiammatorie croniche. Gli esami da fare erano quelli per la diagnosi di una tbc sistemica (emocoltura, pcr, quantiferon, RX ecc).
 Caso clinico di mieloma multilpo. Si chiedeva quali fossero le principali differenze cliniche tra mieloma multiplo e MGUS (ipercalcemia, insufficienza renale, alterazioni ossee, anemia, ricordate acronico CRAB). Diagnosi con biopsia osteomidollare, plasmacellule superiori al 10% nel mieloma.
 Caso clinico di ragazzina di 15 anni con gravissima piastrinopenia, che per il resto sta bene. Caso tipico di porpora trombocitopenica autoimmune, chiedeva diagnosi differenziale e terapia.
 Caso clinico di anemia emolitica da protesi valvolare, chiedeva diagnosi differenziale delle anemie emolitiche e terapia di questa forma specifica (ricordarsi che nel caso di protesi valvolari, l’anemia è emolitica ma è anche lievemente sideropenica, si tratta con ferro per os!).

Non ricordo l’ultimo caso clinico, appena mi verrà in mente lo scriverò.

Opinione finale: come già detto, l’esame non è difficile da preparare, solo molto confusionario. Se siete persone che vogliono approfondire tutto, siete fregati. Cercate di non entrare troppo nel dettaglio, ma di mantenere una visione di insieme. Questo non solo è utile per risparmiare tempo, ma anche perché è il migliore approccio per la risoluzione dei casi clinici. Non vi servirà ad una cippa sapere il nome dei singoli farmaci e i dosaggi (sono sufficienti quelli insulinici e quelli dell’eparina), ma piuttosto dedicate il tempo risparmiato a capire cosa fare in caso di paziente con dolore addominale, cosa fare in caso di paziente con dispnea, cosa cercare in una toracentesi per distinguere forme infettive da forme infiammatorie, che esami prescrivere ad un paziente con piastrinopenia o con anemia. Insomma, siate pragmatici anche nello studio come nella risoluzione dei casi. Tralasciate completamente la parte epidemiologica e di patogenesi delle malattie, dedicatevi soprattutto alla diagnosi e alle diagnosi differenziali, e ai principi di terapia. Per farvi un esempio pratico, per le malattie autoimmuni andrà benissimo scrivere una generica terapia steroidea e immunosoppressiva. Per la tubercolosi, sarà sufficiente citare i farmaci antitubercolari suggerendo una terapia che ne utilizzi almeno 2 di 4, prolungata per almeno 6-12 mesi. Non vogliono nessun dettaglio, solo che conosciate gli elementi generali. Fate molto bene la parte cardiologica, in particolare ipertensione, dislipidemie, diabete, che sono argomenti cari a Veglio. Preparatevi bene, aprendo la mente a tutte quelle conoscenze che avete acquisito negli ultimi anni di studio: pensate che la risposta alla domanda spesso è quella che vi verrebbe istintiva, e non quella che dovete cercare negli schemi che vi siete appositamente fatti per interna. Aggiungeteci un pizzico di culo, un sonno riposato la notte prima dell’esame, una giornata in cui siete particolarmente brillanti, il vostro mini Harrison a farvi compagnia nella tasca dello zaino, e via.

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Esame:  Medicina Interna - Recensione di  Michela Chiarlo

Professori del corso Veglio - Rolla - Porta - Pagliardi

Professori con cui si è sostenuto l'esameVeglio - Rolla

Materiale di studio utilizzato: sbobine, mini harrison  ma vanno bene anche l’oxford   o ilwashington 

Tempo di studio: 20-25 giorni

Come funziona l’esame: sono 8 casi clinici a risposta breve (diagnosi, eventuali esami per confermarla, terapia, occasionali domande teoriche). I casi rispecchiano generalmente il programma svolto a lezione nei due canali e sono preparati dalla commissione dell’anno (negli anni pari da Veglio-Porta-Rolla-Pagliardi, negli anni dispari da Gallo-Frairia-Cavallo Perin-Durazzo). Il voto di medicina interna fa media (pesata e pensata, ma non matematica) con i voti degli esoneri.

Domande d'esame

1) Versamento pleurico a componente ematica, ipotesi diagnostiche?
a memoria il versamento aveva 1000 bianchi (50 neutri e 25 linfociti), 1000 rossi (che sono pochissimi, probabilmente da puntura), 80 di amilasi (troppo poco per essere da pancreatite) 150 di glucosio (troppo per essere praticamente qualsiasi cosa).
pare che alla fine l'ipotesi più probabile fosse la TBC (non abbassa troppo il glucosio e aumenta leggermente i linfociti).

2) Paziente senza storia di diabete noto con coma iperglicemico, trattamento
era un coma diabetico iperosmolare in pz con sospetto diabete di tipo 2 (l'1 di solito dà coma chetoacidosico)

3) Paziente con scompenso diastolico, motivi di insorgenza dei sintomi (FA o IMA) e trattamento

4) pz con potus attivo e pregressa colecistectomia per colelitiasi. sembrava pancreatite acuta e chiedeva i fattori precipitanti, gli esami diagnostici e i criteri di ranson

5) Paziente con emolisi acuta dopo pasto e assunzione di novalgina, ipotesi diagnostiche (deficit G6PDH) e complicanza più temibile (insuff renale acuta da pigmenti) e terapia.

6) scompenso acuto sisto-diastolico in cardiomiopatia restrittiva in paziente con MGUS IgA e recente rialzo del picco monoclonale, ipotesi e terapia. (Amiloidosi da mieloma multiplo). chiedeva anche diagnosi (biopsia grasso periombelicale, calcemia, proteinuria di bence jones ecc).

7) la pz aveva una cosa descritta come eritema nodoso e malassorbimento. chiedeva la definizione della lesione (eritema nodoso appunto), tutte le cause di eritema nodoso, l'ipotesi più probabile e gli esami diagnostici per appurarla.

8) Cistiti ripetute in paziente anziano, gestione clinica e terapia

Opinione finaleE’ un esame per cui è difficile prepararsi. Sicuramente le sbobine delle lezioni aiutano per orientarsi, ma si rischia di perdersi nella marea di informazioni. E’ fondamentale cercare di recuperare dei casi vecchi in copisteria, perchè gran parte della difficoltà dell’esame sta appunto nel riuscire a “pensare al contrario” cioè a trasporre le nozioni imparate in modo sistematico nelle cliniche in diagnosi differenziali. Aiutandosi con i casi svolti a lezione e con le esercitazioni d’esame dopo un po’ si acquisisce il giusto tipo di automatismo e a questo punto l’esame non è difficile.
Naturalmente è molto utile (se non indispensabile) aver sostenuto prima le cliniche (in particolare cardio-pneumo, gastro, emato ed endo-nefro).
Gli argomenti affrontati nei due canali, per quanto teoricamente coincidenti, spesso risultano molto diversi, pertanto consiglio almeno di scorrere velocemente le sbobine dell’altro canale, anche perchè il compito è il medesimo e i casi molto spesso sono ispirati a quelli svolti a lezione.
Le correzioni sono meno severe di quanto si potrebbe pensare.

Anno in cui si è sostenuto l'esamefebbraio 2012

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Aggiunta alla recensione di Michela Chiarlo - Di Selene Manfrè

Medicina interna invece l'ho dato con Michela per cui le domande erano quelle.
Aggiungerei solo, nel materiale, la vitale importanza di farsi schemi con DD e terapie (e tralasciando le patogenesi, che non chiedono), in modo da avere tutto riassunto e sempre sott'occhio. Così si rende tutto più rapido piuttosto che dover navigare tra centinaia di fogli di sbobine. Poi per allenarsi consiglio di auto-figurarsi dei casi: ad esempio pensare a cosa ti potrebbero scrivere per chiederti la pancreatite acuta, cosa potrebbero chiedere a riguardo, cosa scrivere come risposta.. (pz in PS con dolore a sbarra, rialzo amilasi e lipasi. che esami fare?che criteri si usano?quale terapia?)

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