Esame di Psichiatria - Canale B - Recensione di: Matteo Mancarella
Professori: Fassino, Abbate Daga, Amianto
Materiale di studio: appunti e libro di Fassino. Secondo me il COME studiare per questo esame può fare un po’ uscire di testa, soprattutto per quanto riguarda la parte di Fassino. Il problema è che esiste un testo consigliato, il manuale scritto dai prof, che però è un tomo gigantesco, scritto piccolissimo e senza figure, che fa venire male solo a guardarlo: il libro contiene una quantità enorme di nozioni, è estremamente prolisso e soprattutto molto difficile da capire in diversi punti. Fassino alla fine del corso vi fornirà una fotocopia dell’indice del libro con i capitoli da leggere e da studiare, ma penso che sinceramente sia davvero esagerato fare tutto sul manuale, perché porterebbe via settimane. Io vi consiglierei di fare come segue:
- la parte spiegata da Abbate Daga e Amianto è fatta davvero benissimo a lezione, per cui vi consiglierei di prepararla su appunti/sbobine e slides; le slides seguono punto per punto il testo, ma ovviamente vi presentano i disturbi in modo più chiaro, semplificato, per punti, e i prof aiutano molto a capire le parti più importanti e difficili; all’esame poi viene chiesto quello. Anche per i farmaci, a cui il testo dà uno spazio enorme, secondo me conviene imparare i punti principali di lezioni e slides, o non ne uscite più. Io perciò vi consiglierei di usare i loro appunti, e il libro (che poi corrisponde in gran parte) per chiarire solo i punti più complicati;
- la parte su TSO, legislazione e organizzazione dell’assistenza psichiatrica va saputa perché viene chiesta (a noi era stata fatta una lezione apposita, ma nel caso in cui non ci fosse ricordatevi di farla, sono proprio due paginette di libro);
- la parte di Fassino è un po’ un problema, perché il prof ha uno stile molto, MOLTO appassionato e pieno di verve, che alla fine diventa difficilmente seguibile, perché introduce mille discorsi, vi parla di tantissime scoperte nuove, di studi rivoluzionari, insiste su alcuni concetti e perde il filo del discorso mille volte, e nonostante la passione e tutte le nozioni che inserisce alla fine quello che vi resta in testa è soprattutto un grosso pasticcio senza né capo né coda. Il mio consiglio è quello di usare il libro soprattutto per i DISTURBI che tratta Fassino, per esempio da noi la schizofrenia e i DCA, perché poi all’esame vengono chiesti in modo molto più “formale” e lineare, con i criteri, i farmaci e tutto, per cui risultano poco utili, per quanto interessanti, le lezioni del prof. Per quanto riguarda invece la parte sui concetti generali della diagnosi psichiatrica, l’EO e i sintomi, il modello biopsicosociale, le psicoterapie eccetera, il mio consiglio è di dare una lettura al libro ma poi basarsi soprattutto sugli appunti. Di nuovo, ci sono cose che richiedono un minimo di studio formale, come per esempio i punti principali delle varie psicoterapie o i segni e sintomi principali; per il resto, secondo me conviene estrapolare i concetti fondamentali dalle lezioni di Fassino senza impazzire sul libro. Il prof parla un sacco di concetti come i mirror neurons, l’embodied simulation, la memoria implicita, il setting psicoterapeutico, l’osservazione partecipante, il problema di ambivalenza e resistenze, Adler, Adler e ancora Adler, bisettrici varie, la formulazione esplicativa psicodinamica, incoraggiamento e “segreta forza motrice”, il senso della diagnosi come significato e direzione, l’empatia e vari altri concetti, che vengono sistematicamente ripetuti in tante lezioni diverse: in realtà il discorso che fa è piuttosto caotico, ma seguendo le lezioni è abbastanza facile capire quali sono i punti principali. Si tratta in molti casi di scoperte recenti, come gli studi di Kandel, Northoff, Rizzolatti, che verranno citati mille volte a lezione: sfogliatevi gli appunti, imparatele bene e cercate di farle quadrare tutte insieme in un’unica teoria… se uno segue il corso non è così difficile, e serve molto per l’esame perché vi dà un quadro più chiaro di tutta quella parte generale che altrimenti vi farebbe impazzire studiandola da soli sul libro.
Modalità d’esame: il corso si compone di due parti, cioè Psicologia Clinica e appunto Psichiatria; l’esame di Psichiatria consiste in un’interrogazione in cui si passa con un solo professore, che in genere fa due domande. Prima bisogna aver sostenuto l’esonero di Psicologia Clinica, con il mitico Leombruni: questa parte consiste in 4-5 lezioni al termine delle quali, verso la fine del semestre, Lionbrowns vi fa fare un piccolo test autocorretto, senza voto, che vale come esonero (fatelo tranquilli, uno lo passa automaticamente sostenendolo: a detta dei prof serve solo per vedere se le loro lezioni sono state “efficaci” per impostare meglio il corso l’anno dopo). Se siete assenti quel giorno, i prof fisseranno una data per un piccolo incontro qualche giorno prima dell’appello di Psichiatria, con le stesse modalità.
Domande di esame: sono passato con Abbate Daga che mi ha chiesto la psicosi, come concetto generale, tipi di disturbi in cui si può manifestare, struttura di Kerberg eccetera; ha poi approfondito sulla schizofrenia, chiedendomi della dissociazione delle funzioni mentali e poi le teorie patogenetiche. La seconda domanda è stato il DP narcisistico. Abbate Daga fa sempre due domande, di cui una è spesso un disturbo della personalità; poi chiede i disturbi (es. ho sentito chiedere DOC, disturbi somatoformi ecc) e non infrequentemente la terapia di un disturbo (es. come si cura il disturbo bipolare in terapia di mantenimento ecc). In genere vuole sapere in modo abbastanza completo quello che è stato detto a lezione, ma è molto tranquillo, buono e ti guida nell’orale, nel senso che se ti dimentichi delle cose te le tira fuori, e poi dà quasi sempre voti alti: tende comunque a chiedere molti dettagli, non trascurate soprattutto le parti di tipo patogenetico (ipotesi biologiche, psicologiche ecc) dei disturbi perché le vuole sapere. C’erano anche Amianto e Fassino, che comunque mi sono sembrati tranquilli e sempre con voti alti. Vanno forte i disturbi dell’umore e i disturbi d’ansia, com’è prevedibile, e a volte fanno la domanda a piacere: da quello che ho visto io nulla di imprevedibile.
Tempo di preparazione: secondo me per farla bene servono circa due settimane, poi andando a lezione secondo me uno si risparmia un bel po’ di lavoro (soprattutto sulla parte “generale” quella del modello biopsicosociale, di come funzionano le psicoterapie ecc). Rispetto ad altri esami è molto più discorsivo e da capire, per cui diventa più rapido memorizzare le diverse informazioni.
Esame sostenuto il: gennaio 2015
Opinioni finali: l’esame non è particolarmente difficile, perché la materia è tutto sommato interessante, fila via bene, non richiede uno studio eccessivamente a elenco del telefono, ma anzi presenta molti spunti che si collegano a filosofia, etica, neuroscienze e in molti casi sono decisamente affascinanti. All’esame sono tutti molto tranquilli, nessuno mette ansia, le interrogazioni vanno di solito bene e i voti sono alti. Per quanto riguarda il corso, l’importante è capire il quadro generale della teoria biopsicosociale e della psicopatologia dinamica, in cui si muovono i prof, e poi sapere abbastanza bene i singoli disturbi. Secondo me, nonostante il caos delle spiegazioni, Fassino è uno dei pochi prof che riesce davvero a trasmettere qualcosa che rimane impresso e vi dà qualcosa a cui pensare, da portarsi dietro, che non sia soltanto quello che potreste trovare su un libro (più o meno quello che dovrebbe fare un professore, alla fine, come avrebbe detto il buon Montarolo parlando di vasi da riempire e fuochi da accendere): pertanto vi consiglio di cercare di seguire il più possibile il corso, che comunque aiuta molto per l’esame. Per il resto, studiate e andate sereni, l’esame è tranquillo e in genere si ottengono buoni risultati.